Jetzt bewerben: Universitätslehrgang Jagdwirt/in

Jetzt bewerben: Universitätslehrgang Jagdwirt/in

14. März 2024

Die Vorbereitungen für den nächsten Jagdwirte-Lehrgang an der Universität für Bodenkultur in Wien sind in vollem Gange. Es ist bereits der 17. Jahrgang in Serie, im September 2024 geht es los.

Der Universitätslehrgang Jagdwirt/in ist ein einzigartiges, innovatives Weiterbildungsangebot für Jäger/innen im deutschsprachigen Raum, der eine ganzheitliche forschungsgeleitete Betrachtung auf die moderne Jagdwirtschaft widerspiegelt. Das Lehrangebot verbindet Jagdpraxis und Wildtiermanagement mit aktuellen interdisziplinären wissenschaftlichen Ansätzen. Es richtet sich an motivierte und engagierte Jäger/innen, die die Jagdwirtschaft als komplexes Zusammenspiel zwischen ökologischen, ökonomischen und gesellschaftspolitischen Faktoren begreifen.

Möchten auch Sie sich zu Multiplikatoren und Meinungsbildnern für eine nachhaltige Jagd der Zukunft ausbilden lassen? Dann bewerben Sie sich jetzt!

Bewerbungsschluss ist der 31. Mai 2024. Alle Informationen finden Sie auf www.jagdwirt.at/Bewerbung

Wildtiergesundheit richtig deuten

Wildtiergesundheit richtig deuten – Krankheitsmerkmale erkennen und deuten

 

Das ideale Handbuch mit vielen Fotos, um die Gesundheit von Tieren zu beurteilen. Wie erkenne ich, ob ein Wildtier krank ist? Welche Krankheit ist es und wird das Tier überleben? Diese und weitere Fragen werden anschaulich in der Broschüre beantwortet.

 

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Preis: 6 Euro

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Animale dell’anno 2024: la puzzola

Animale dell’anno 2024: la puzzola

7 marzo 2024

Le organizzazioni ambientaliste hanno nominato la puzzola Animale dell’anno 2024, con l’obiettivo di promuovere la protezione e la cura del suo prezioso habitat. Cerchiamo di conoscere meglio questo mustelide e osserviamone la distribuzione nella nostra provincia.

La puzzola è un piccolo carnivoro appartenente alla famiglia dei mustelidi. È distinguibile da altri mustelidi altoatesini, soprattutto dalla presenza di una marcata mascherina facciale di colore chiaro biancastro, che si estende intono alla bocca e parte del naso. Essa viene interrotta verso il rinario, una delle importanti caratteristiche da osservare per distinguerla dal furetto. La maschera si allunga poi lungo le arcate sopraciliari circondando parte degli occhi. L’estensione, il colore e il contrasto di queste fasce possono variare da individuo a individuo.

Foto: Peter Trimming

Ecologia e biologia

La puzzola ha un’organizzazione sociale di tipo territoriale, ovvero confina il suo territorio con marcature olfattive e visive. Tali marcature tendono a mantenere distanziati i territori tra individui dello stesso sesso, mentre vengono tollerate sovrapposizioni di territori di individui di sesso opposto. Al fine di occupare nuove aree tende ad effettuare movimenti dispersivi.

Dove vive?

L’areale biogeografico si estende ad est dagli Urali e Mar Nero ad ovest sulla costa atlantica, a nord dalla Scandinavia meridionale e isole britanniche fino a sud nella penisola italica, iberica e balcanica occupando climi continentali e mediterranei.

La specie ha la possibilità di occupare ambienti diversificati, da quelli forestali a quelli agricoli, finanche antropizzati (es stalle, fienili, ruderi, depositi, ecc..) ma predilige ambienti umidi, come fossati, canali, sponde fluviali.
Riveste rilevante importanza per la sua ecologia un habitat con abbondante copertura vegetazionale per gli spostamenti e per la caccia. Può raggiungere quote anche superiori ai 1.300 m s.l.m. ove in Svizzera sono state riportate segnalazioni fino a 1.900 m s.l.m.
Generalmente i suoi territori abituali variano sia stagionalmente, che geograficamente.
La puzzola è prevalentemente notturna, mentre durante il giorno tende a rimanere all’interno dei rifugi.

Minacce

Secondo diversi autori, per effetto delle azioni di bonifica delle aree boscate umide, regimazioni idriche, cambiamenti colturali ed agricoli, consumo del suolo, riduzione della disponibilità delle specie preda, conflitti diretti con gli interessi umani, la popolazione potrebbe essere considerata in declino; ma non essendoci dati strutturati a livello europeo viene valutata a Minor Preoccupazione (LC) IUCN Red List of Threatened Species. Una ricerca condotta nel 2018 (Croose, Lizzie et al 2018) ha raccolto i dati di popolazione in 34 paesi e in 20 di essi essa viene descritta come in declino. Sicuramente minacce di tipo antropico sono legate alle strade e alla riduzione della connettività. In Alto Adige, ad esempio, una rilevante percentuale delle osservazioni deriva proprio da individui ritrovati morti a causa di incidenti stradali con veicoli. Tra le minacce dirette vengono riportate occasionali predazioni da rapaci diurni e notturni e talvolta anche dalla volpe.

La distribuzione in Alto Adige

La continua raccolta delle informazioni da parte dei tecnici dell’Ufficio Gestione Fauna selvatica della Provincia Autonoma di Bolzano, con la collaborazione dell’Associazione Cacciatori Alto Adige, Guardiacaccia, e tanti altri collaboratori appassionati volontari, permette di dedurre, così come in altre aree alpine, andamenti di popolazioni tipicamente sinusoidi. Naturalmente la raccolta di questo tipo di dati opportunistici non rappresenta un indice statistico robusto, ma può offrire spunto riflessivo sull’andamento delle osservazioni; dove ad annate con relativamente maggiori osservazioni, si alternano ad annate con osservazioni sensibilmente ridotte. Molte delle osservazioni certe si riferiscono a frequenti ritrovamenti di animali incidentati e solo occasionalmente al fototrappolaggio o foto dirette.

Mappa distributiva delle osservazioni C1: L’attuale area di maggior presenza in Alto Adige sembra essere ancora legata ai fondovalle delle maggiori vallate di confine, assoggettate a minore alterazione ambientale (Alta Val d’Isarco, alta Val Pusteria, mentre le informazioni relative alla Val Venosta, Passiria, Meranese e Bassa Atesina sembrano essere decisamente ridotte).

L’attuale area di maggior presenza in Alto Adige sembra essere ancora legata ai fondovalle delle maggiori vallate di confine, assoggettate a minore alterazione ambientale (Alta Val d’Isarco, alta Val Pusteria, mentre le informazioni relative alla Val Venosta, Passiria, Meranese e Bassa Atesina sembrano essere decisamente ridotte).

Il perseverare nella raccolta dati opportunistici di questo tipo permette agli organi gestionali preposti di continuare nel monitoraggio a medio lungo termie e promuovere le strategie conservative mirate al miglioramento degli habitat di questo piccolo mustelide.

Vi invitiamo pertanto ad inoltrare le vostre osservazioni all’ufficio faunistico provinciale o anche direttamente al sottoscritto.

Davide Righetti

gestione.fauna.selvatica@provincia.bz.it
Davide.Righetti@provinz.bz.it

Corso di aggiornamento per agenti venatori 2024

Corso di aggiornamento per agenti venatori 2024

22 febbraio 2024

Oltre a Dominik Trenkwalder, Benedikt Terzer e Josef Wieser, altri tre relatori hanno formato i guardiacaccia: da sinistra la dottoressa Giulia Morosetti del servizio epidemiologico SABES, il veterinario e specialista della fauna selvatica dottor Armin Deutz e il dottor Alexander Tavella dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie.

La scorsa settimana, circa 70 agenti venatori della nostra provincia hanno partecipato al corso di aggiornamento annuale presso la Scuola forestale Latemar.

Il corso era diviso in due parti. La prima si è tenuta il 6 febbraio scorso presso il Kolpinghaus di Bolzano, dove si è parlato della corretta stesura dei verbali di infrazione. A riferire sono stati gli esperti della tematica Dominik Trenkwalder dell’Ufficio Gestione fauna selvatica e il dottor Florian Ebner, avvocato della Ripartizione Servizio forestale.

La seconda parte del corso si è svolta invece presso la Scuola forestale Latemar il 15 e 16 febbraio scorsi. Dominik Trenkwalder, Benedikt Terzer e Josef Wieser hanno illustrato alcuni sviluppi attuali su tematiche di interesse per la platea dei partecipanti. La sessione mattutina è proseguita con il dottor Alexander Tavella e la dottoressa Giulia Morosetti, che hanno parlato di alcune importanti zoonosi come la rabbia e la tubercolosi.

Anche nel pomeriggio si è ulteriormente approfondito il tema delle malattie della selvaggina. Il veterinario e medico specialista della fauna selvatica, il dottor Armin Deutz, ha fornito nuove informazioni su alcune malattie sia già conosciute che nuove. Infine è stato trattato l’argomento della valutazione dei segni di predazione sugli animali selvatici.

Quanto sono fedeli gli animali selvatici?

Quanto sono fedeli gli animali selvatici?

14  febbraio 2024

Gli uccelli sono animali fedeli: il 90% vive in monogamia. Questo facilita il periodo della cova e dell’alimentazione della prole. La situazione è diversa per i mammiferi: meno del 5% è monogamo. La natura ha voluto così: la femmina partorisce i piccoli e li allatta. La monogamia è utile solo in poche specie.

I romantici

Anche gli animali più fedeli difficilmente rimangono fedeli l’uno all’altro per tutta la vita, ma almeno per un periodo molto lungo. Una volta che due cigni si sono accoppiati, di solito rimangono insieme per molto tempo. Anche i corvi imperiali rimangono fedeli l’uno all’altro per tutta la vita e i matrimoni tra cicogne spesso sono solidi e duraturi. Gli uccelli tornano nello stesso nido ogni anno. Solo quando due cicogne si perdono durante la migrazione, cercano un nuovo compagno.

Amore estivo

Per quasi tutti gli uccelli, il matrimonio dura solo una stagione. Tuttavia, non è impossibile che due partner si ritrovino nelle successive stagioni riproduttive. Nel caso dei rapaci notturni, questo non è così raro. Rimangono con il loro partner per tutto l’anno e anche oltre, crescono insieme i loro piccoli, proprio come fanno le coppie di svasso maggiore: il corteggiamento inizia a dicembre, padre e madre si occupano dei pulcini in modo paritario.

I traditori seriali

In molte specie mammifere, il maschio si accoppia con più partner e spesso le femmine vengono addirittura difese e dominate. Ma funziona anche al contrario: nelle marmotte sono le femmine a essere meno fedeli. La femmina, che guida il gruppo insieme al maschio, si accoppia anche segretamente con altri partner, rinnovando così i geni della prole.

San Valentino era un vescovo umbro che si dice abbia sposato segretamente coppie che in realtà non potevano sposarsi per decreto imperiale. Si racconta che sia stato giustiziato per questo reato il 14 febbraio 269. È considerato il patrono dei giovani, degli innamorati, dei viaggiatori e degli apicoltori.