Animale dell’anno 2024: la puzzola

7 marzo 2024

Le organizzazioni ambientaliste hanno nominato la puzzola Animale dell’anno 2024, con l’obiettivo di promuovere la protezione e la cura del suo prezioso habitat. Cerchiamo di conoscere meglio questo mustelide e osserviamone la distribuzione nella nostra provincia.

La puzzola è un piccolo carnivoro appartenente alla famiglia dei mustelidi. È distinguibile da altri mustelidi altoatesini, soprattutto dalla presenza di una marcata mascherina facciale di colore chiaro biancastro, che si estende intono alla bocca e parte del naso. Essa viene interrotta verso il rinario, una delle importanti caratteristiche da osservare per distinguerla dal furetto. La maschera si allunga poi lungo le arcate sopraciliari circondando parte degli occhi. L’estensione, il colore e il contrasto di queste fasce possono variare da individuo a individuo.

Foto: Peter Trimming

Ecologia e biologia

La puzzola ha un’organizzazione sociale di tipo territoriale, ovvero confina il suo territorio con marcature olfattive e visive. Tali marcature tendono a mantenere distanziati i territori tra individui dello stesso sesso, mentre vengono tollerate sovrapposizioni di territori di individui di sesso opposto. Al fine di occupare nuove aree tende ad effettuare movimenti dispersivi.

Dove vive?

L’areale biogeografico si estende ad est dagli Urali e Mar Nero ad ovest sulla costa atlantica, a nord dalla Scandinavia meridionale e isole britanniche fino a sud nella penisola italica, iberica e balcanica occupando climi continentali e mediterranei.

La specie ha la possibilità di occupare ambienti diversificati, da quelli forestali a quelli agricoli, finanche antropizzati (es stalle, fienili, ruderi, depositi, ecc..) ma predilige ambienti umidi, come fossati, canali, sponde fluviali.
Riveste rilevante importanza per la sua ecologia un habitat con abbondante copertura vegetazionale per gli spostamenti e per la caccia. Può raggiungere quote anche superiori ai 1.300 m s.l.m. ove in Svizzera sono state riportate segnalazioni fino a 1.900 m s.l.m.
Generalmente i suoi territori abituali variano sia stagionalmente, che geograficamente.
La puzzola è prevalentemente notturna, mentre durante il giorno tende a rimanere all’interno dei rifugi.

Minacce

Secondo diversi autori, per effetto delle azioni di bonifica delle aree boscate umide, regimazioni idriche, cambiamenti colturali ed agricoli, consumo del suolo, riduzione della disponibilità delle specie preda, conflitti diretti con gli interessi umani, la popolazione potrebbe essere considerata in declino; ma non essendoci dati strutturati a livello europeo viene valutata a Minor Preoccupazione (LC) IUCN Red List of Threatened Species. Una ricerca condotta nel 2018 (Croose, Lizzie et al 2018) ha raccolto i dati di popolazione in 34 paesi e in 20 di essi essa viene descritta come in declino. Sicuramente minacce di tipo antropico sono legate alle strade e alla riduzione della connettività. In Alto Adige, ad esempio, una rilevante percentuale delle osservazioni deriva proprio da individui ritrovati morti a causa di incidenti stradali con veicoli. Tra le minacce dirette vengono riportate occasionali predazioni da rapaci diurni e notturni e talvolta anche dalla volpe.

La distribuzione in Alto Adige

La continua raccolta delle informazioni da parte dei tecnici dell’Ufficio Gestione Fauna selvatica della Provincia Autonoma di Bolzano, con la collaborazione dell’Associazione Cacciatori Alto Adige, Guardiacaccia, e tanti altri collaboratori appassionati volontari, permette di dedurre, così come in altre aree alpine, andamenti di popolazioni tipicamente sinusoidi. Naturalmente la raccolta di questo tipo di dati opportunistici non rappresenta un indice statistico robusto, ma può offrire spunto riflessivo sull’andamento delle osservazioni; dove ad annate con relativamente maggiori osservazioni, si alternano ad annate con osservazioni sensibilmente ridotte. Molte delle osservazioni certe si riferiscono a frequenti ritrovamenti di animali incidentati e solo occasionalmente al fototrappolaggio o foto dirette.

Mappa distributiva delle osservazioni C1: L’attuale area di maggior presenza in Alto Adige sembra essere ancora legata ai fondovalle delle maggiori vallate di confine, assoggettate a minore alterazione ambientale (Alta Val d’Isarco, alta Val Pusteria, mentre le informazioni relative alla Val Venosta, Passiria, Meranese e Bassa Atesina sembrano essere decisamente ridotte).

L’attuale area di maggior presenza in Alto Adige sembra essere ancora legata ai fondovalle delle maggiori vallate di confine, assoggettate a minore alterazione ambientale (Alta Val d’Isarco, alta Val Pusteria, mentre le informazioni relative alla Val Venosta, Passiria, Meranese e Bassa Atesina sembrano essere decisamente ridotte).

Il perseverare nella raccolta dati opportunistici di questo tipo permette agli organi gestionali preposti di continuare nel monitoraggio a medio lungo termie e promuovere le strategie conservative mirate al miglioramento degli habitat di questo piccolo mustelide.

Vi invitiamo pertanto ad inoltrare le vostre osservazioni all’ufficio faunistico provinciale o anche direttamente al sottoscritto.

Davide Righetti

gestione.fauna.selvatica@provincia.bz.it
Davide.Righetti@provinz.bz.it