Nella nostra attuale edizione del Giornale del Cacciatore: il biologo Josef Wieser parla della nascita dei comprensori di gestione venatoria del camoscio in Alto Adige.
Nel nostro archivio mi sono imbattuto recentemente in un articolo datato, ma molto interessante, comparso su “Der Anblick” (rivista venatoria austriaca) nel 1997. Oltre a offrire uno sguardo sulla nascita e sul declino di molti comprensori di gestione venatoria del camoscio, forniva anche una previsione sul futuro di allora, cioè sul nostro presente. Motivo sufficiente per riprendere in mano quell’articolo e verificare le previsioni.
Nascita dei comprensori
Dopo le turbolenze della seconda guerra mondiale, le popolazioni di camoscio in Alto Adige erano in molti luoghi al collasso. Le ragioni erano molteplici, ma la pura necessità probabilmente contribuì in modo determinante. Con il ritorno a popolazioni più consistenti di camoscio nel 1970 l’Associazione Cacciatori Alto Adige deliberò la creazione di comprensori di gestione del camoscio e affidò la coordinazione all’ ufficiale forestale dott. Karl Obwegs.
I criteri allora stabiliti per la delimitazione e la gestione dei comprensori sono validi ancora oggi. I confini venivano tracciati in base a catene montuose e habitat, controllati ogni 5 anni e adeguati, se necessario. L’obiettivo gestionale era costruire una popolazione sana di camosci, censita nel modo più preciso possibile e adattata al rispettivo habitat. Di conseguenza, i censimenti annuali erano di grande importanza. Essi venivano effettuati secondo criteri concordati e realizzati a livello intercomprensoriale, nello stesso periodo per ogni comprensorio, ogni anno. Particolare attenzione veniva posta affinché un cacciatore fosse sempre affiancato, nel proprio punto di osservazione, da un cacciatore della riserva confinante. La proposta di piano di abbattimento veniva inoltrata congiuntamente, sulla base del censimento.
Per ogni comprensorio veniva nominato un coordinatore, presso il quale confluivano tutte le informazioni e che svolgeva un importante ruolo di coordinamento. Ben presto ebbe inizio la fase di massimo splendore dei comprensori di gestione altoatesini: nella parte orientale della provincia sorsero 25 comprensori, mentre a ovest ne furono creati cinque, relativamente grandi. Tuttavia, i grandi comprensori a ovest durarono soltanto pochi anni.