Nuova Rete per il salvataggio dei caprioletti – insieme contro la morte da sfalcio

4 agosto 2025

Foto: Fabio Brucculeri

Da molti anni le cacciatrici e i cacciatori altoatesini si fanno carico del salvataggio dei piccoli di capriolo nei prati da sfalcio, in stretta collaborazione con agricoltori, agenti venatori e volontari. Questo impegno su base volontaria rappresenta un contributo importante per evitare inutili sofferenze agli animali: i piccoli di capriolo che finiscono sotto le barre falcianti riportano nella quasi totalità dei casi ferite gravissime e muoiono tra atroci sofferenze. Inoltre, i cadaveri in decomposizione contaminano il foraggio insilato, costituendo un pericolo mortale per il bestiame.

«Senza l’azione esemplare di centinaia di volontari, il salvataggio dei caprioletti non sarebbe realizzabile in questa misura», ha dichiarato l’Assessore provinciale Luis Walcher. Per rafforzare questo impegno è stata costituita, sotto l’egida della Provincia Autonoma di Bolzano, la Rete per il salvataggio dei caprioletti – insieme contro la morte da sfalcio”. Essa riunisce 15 diversi attori dei settori agricoltura, caccia, protezione della natura e tutela degli animali. Tutti hanno riconosciuto il valore del lavoro volontario nel salvataggio dei piccoli di capriolo e sostengono idealmente la rete. La stretta collaborazione tra mondo venatorio, agricoltura, protezione della natura e tutela degli animali, insieme alla Provincia, rappresenta un segnale forte di apprezzamento per l’impegno di tanti volontari.

Perché i cacciatori salvano i piccoli di capriolo

Nel 2025, quasi 1.000 volontari hanno perlustrato più volte i prati per diverse settimane prima che venissero falciati. «Ciò significa alzarsi presto, alle 4 del mattino», spiega Benedikt Terzer, direttore dell’Associazione Cacciatori Alto Adige.

I cacciatori svolgono quest’attività nel loro tempo libero, prima di recarsi al lavoro, perché vogliono evitare che gli animali muoiano in modo atroce e perché si sentono responsabili nei confronti della fauna selvatica. «Attualmente, la realtà è che nessun altro si assume questo compito, e i numeri – 2.318 piccoli di capriolo salvati – parlano da soli. Si immagini cosa accadrebbe se nessuno si facesse carico di questo problema», afferma Terzer.

 

 

Risultati della stagione 2025

995 volontari impegnati nel salvataggio dei piccoli di capriolo
105 riserve di caccia coinvolte
12.816 ore di lavoro volontario complessive
2.318 caprioletti salvati

Maggio e giugno sono mesi critici

Nei prati che vengono ancora falciati come un tempo con la falce manuale, lo sfalcio non rappresenta un pericolo per i piccoli di capriolo né per altri giovani animali selvatici. Le madri riescono a mettere in salvo la prole per tempo e l’agricoltore può vedere se c’è un piccolo sdraiato nell’erba.

Anche nei prati sfalciati molto precocemente o molto tardi i piccoli vengono raramente coinvolti, poiché in un caso non sono ancora nati e nell’altro sono già abbastanza grandi da fuggire all’arrivo delle falciatrici. I mesi più pericolosi sono maggio e giugno; nelle zone a quote più alte, il periodo critico può estendersi anche fino a luglio.